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Tendine d'Achille

Rottura del tendine d’Achille: cause, sintomi e protocollo riabilitativo

La rottura del tendine d’Achille è un infortunio che colpisce non solo gli sportivi: analizziamo quelle che sono le cause, i sintomi e il protocollo riabilitativo.

A differenza di quanto ritenuto da molti, la rottura del tendine d’Achille è un infortunio che può colpire anche soggetti che non praticano sport. Si tratta di un infortunio grave che può essere causato anche dalla degenerazione del tessuto legata all’invecchiamento. In questo approfondimento ci soffermeremo sulle cause, i sintomi, il trattamento e il protocollo riabilitativo.

Rottura del tendine d’Achille: le cause

La rottura del tendine d’Achille può essere causata ad esempio da un aumento improvviso del carico di stress in seguito ad un trauma, come una caduta. Un’altra possibile causa della rottura è una attività costante ad alta intensità che richiede salti o sollecitazioni della parte in questione, come corsa e scatti; questo è il caso dei giocatori di calcio e di basket, che sono particolarmente soggetti a questa tipologia di infortunio.

In sintesi, le cause più frequenti della rottura del tendine d’Achille sono traumi o infortuni di carattere sportivo, tendinopatie non trattate o non trattate adeguatamente e sovraccarichi funzionali. Ci sono poi cause meno frequenti, come ad esempio la degenerazione del tessuto, legata all’invecchiamento, comorbidità metaboliche come il diabete e l’obesità.

I sintomi

I sintomi della rottura del tendine d’Achille sono:

• Rumore alla caviglia simile a uno schiocco avvertito dal paziente
• Dolore acuto che interessa la caviglia e la gamba
• Ematoma in sede
• Impossibilità a camminare e ad alzarsi sulle punte dei piedi
• Assenza del tendine alla palpazione (utile il confronto con la caviglia controlaterale).

Il trattamento

In caso di rottura del tendine d’Achille, il trattamento consigliato è quello di tipo chirurgico; si procede quindi con un’operazione di ricostruzione o riparazione. Si tratta, generalmente, di un intervento poco invasivo in seguito al quale è possibile anche tornare a praticare attività sportiva dopo adeguata riabilitazione.

Il protocollo riabilitativo

Il protocollo riabilitativo accelerato prevede il recupero in 12 settimane circa. Nelle prime due settimane il paziente deve indossare il tutore con il tallone rialzato di circa 2 centimetri e il carico non è concesso; questo comporta ovviamente l’utilizzo delle stampelle.

La seconda fase del protocollo riabilitativo va dalla seconda alla sesta settimana. Anche durante questa fase il paziente deve continuare ad indossare il tutore ma il carico è concesso, seppur protetto. Se necessario, il paziente può continuare ad utilizzare le stampelle per scaricare almeno parzialmente il carico nel caso in cui avverta dolore. In questa fase si inizia a lavorare sulla mobilità del piede e della caviglia: si procede con una flessione attiva sia plantare che dorsale con la caviglia in posizione neutra, quindi con una posizione di zero gradi. Nel caso in cui fosse necessario, è possibile procedere anche con la crioterapia per contrastare il gonfiore. Sempre in questa seconda fase si procede con esercizi che interessano il ginocchio o l’anca, a seconda dei casi e delle condizioni del paziente. Il protocollo prevede anche esercizi cardiovascolari non in carico e, se necessario, Idrokinesiterapia.

Nella terza fase (6-8 settimane) si mantiene il tutore e il carico è concesso in base al livello di tolleranza del paziente. Si lavora con lo stretching in dorsiflessione della caviglia e con esercizi con resistenze progressive. Si inizia poi a lavorare sulla rieducazione al cammino e si può fare un allenamento cardiovascolare anche con possibilità di carico.

Nella terza fase (8-12 settimane) si procede con la progressiva riduzione dell’uso del tutore. Il soggetto torna a camminare anche con l’ausilio delle stampelle, che saranno poi gradualmente abbandonate. Si lavora poi per recuperare l’ampiezza massima di movimento possibile e per recuperare la forza del piede, della caviglia e della gamba.

Dopo le dodici settimane si procede ancora con esercizi per recuperare l’ampiezza del movimento e la forza. In questa fase si procede inoltre con esercizi dinamici e, nel caso degli sportivi, è possibile tornare ad effettuare allenamenti specifici.

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Fonti:

Achilles tendon Rupture: Accelerated Functional Rehabilitation Protocol. – Fowler Kennedy Sport Medicine Clinic (2013).
Protocollo originale disponibile su: http://fowlerkennedy.com/wp-content/uploads/2015/11/ACHILLES-TENDON-RUPTURE-ACCELERATED-REHAB-PROTOCOL.pdf